SOQOTRA

An important source of biodiversity, 75% of the island’s land area consists of protected sanctuaries and parks,

Spectacular scenery,

An untouched wonderland.



mercoledì 23 dicembre 2009

YEMEN

Yemen
Ordinamento politico: Repubblica presidenziale bicamerale
Capitale: San'a
Superficie: 527.970 Kmq (quasi il doppio dell'Italia)
Popolazione: 20 milioni
Etnie: 95% arabi yemeniti, 5% altri (arabi africani, asiatici, europei)
Religione: musulmani sunniti (religione di stato), sciiti zaidi, altri
Export: petrolio, cotone, caffè, pesce
Mortalità infantile: 70 per mille
Speranza di vita: 59 anni i maschi, 63 le femmine
Alfabetizzazione: media 50,2 %, maschile 70,5%, femminile 30%
Popolazione sotto la soglia di povertà: 45.2%
Debito estero: 5,4 miliardi di $, 46.4% del Prodotto interno lordo
Spese militari: 7,8% del Pil (Italia: 1,6%)
Società
La società yemenita è ancora oggi intrinsecamente tribale e i villaggi sono il centro del potere delle varie tribù, spesso in conflitto reciproco. A partire dall’unificazione del Paese il paese ha iniziato un processo di modernizzazione e di apertura verso il mondo esterno. La maggior parte della gente indossa ancora gli abiti tradizionali e mantiene il costume di assumere il Qat, una pianta narcotica, durante i pomeriggi.
Il tasso di disoccupazione è alto e una larga fetta della popolazione vive in condizioni di povertà; l’alto tasso di incremento demografico complica ulteriormente la situazione. Altro problema della società yemenita è la facilità del reperire armi sul mercato: stime del governo parlano di 60 milioni di armi su una popolazione di 19 milioni di persone.


Geografia
Lo Yemen si trova sull’angolo meridionale della penisola arabica, è diviso in tre regioni: il Tihama, una striscia di terra lungo la costa del Mar Rosso. La regione centro occidentale è montagnosa e vi si trova il monte Jebel an-Nabi Shu’ayb (la vetta più alta della penisola), mentre la parte orientale è desertica ed è nota come Rub’ al Khali (il settore vuoto). Tra il deserto e le montagne c’è una zona fertile dove si trova la coapitale San’a, Lo Yemen confina con l’Arabia Saudita e con l’Oman, ma i confini tra questi stati, come anche quello marittimo con l’Etiopia, sono ancora contesi.


Economia
Lo Yemen è uno dei paesi più poveri del Medio Oriente, ha conosciuto una fase di crescita economica a partire dal 2000 con una serie di riforme tese a modernizzare le strutture economiche del Paese, ma la sua redditività è legata prevalentemente all’esportazione del petrolio.


Politica
L’attuale presidente, Ali Abdallah Salih, è stato il primo democraticamente eletto e il leader più longevo della storia del paese. Saleh ha vinto anche le elezioni del ’99 con una maggioranza schiacciante, ma all’opposizione non venne concesso di esprimere una candidatura. L’adesione alla guerra al terrorismo degli Usa ha condizionato molto la vita politica del paese, l’esercito yemenita è stato addestrato da squadre speciali Usa, che dal 2002 hanno potuto operare sul territorio del Paese. Dall’agosto dl 2004 una nuova area di crisi si è creata nella provincia di Sa’ada e nelle zone del nord ovest, dove si sono affermati gruppi di ribelli sciiti zaidi, contrastati duramente dall’esercito.


Mass Media
Il ministero delle Comincazioni controlla il contenuto di tutte la trasmissioni tv e radio grazie alla Public Corporation for Radio end TV. Nella carta stampata il governo gestisce direttamente diversi giornali e anche le pubblicazioni indipendenti sono sottoposte al controllo ministeriale attraverso le stamperie.
A causa dell’alto livello di analfabetismo i media più diffusi sono televisione e radio, le frequenze di diverse stazioni Saudite e Omanite si captano anche sul suolo Yemenita. Tra le fonti di informazione più importanti: i quotidiani Al Thawrah, Yemen Times, Yemen Observer e al Ayyam, e l’agenzia stampa Yemen News Agency (Saba).


Storia
Lo Yemen ha fatto parte dell’impero ottomano fino al 1918, dopo la dissoluzione dell’impero ottomano gli Inglesi colonizzarono la parte meridionale del Paese dal 1939 al 1967, senza fare molto per lo sviluppo della regione, mentre le aree del centro e del nord diventa un territorio indipendente e retto dagli Imam Yahia e Ahmad. Nel ’62 l’imam Ahmad muore e suo figlio fonda la tra la Repubblica Araba dello Yemen (YAR), dando con ciò inizio ad una guerra civile che durerà per otto anni tra i repubblicani, appoggiati dall’Egitto, e le forze monarchiche supportate da gran Bretagna e Arabia Saudita e vedrà la vittoria dei repubblicani al prezzo di 10mila vittime. Nel ’67 nasce, nel sud del Paese, la People’s Democratic Republic of Yemen (PDRY), il primo stato marxista nel mondo arabo e per diversi anni inizia una serie di scontri di confine tra lo YAR, (governato, a partire dal ’78 da Ali Abdullah Salih) e il PDRY. Nel 1990 viene instaurata la Repubblica Unificata dallo Yemen, con Ali Abdullah Salih alla presidenza. Tra la fine del ’93 e il ’94, anche a causa della mancata integrazione dei due eserciti si riaccende la rivalità tra nord e sud, quest’ultimo sostenuto dal vice presidente Ali Salim al Baid. Nel maggio 2004 al Baid dichiara l’indipendenza del sud, che Ali Abdullah Salih non riconosce; ma già nel luglio le forze del nord prendono la città meridionale di Aden, costringendo i secessionisti in esilio.
Nell’ottobre 2000 un attacco di al Qaeda colpisce la nave vascello americana USS Cole e una bomba colpisce l’ambasciata britannica. Nel novembre 2001 il presidente Saleh aderisce alla campagna antiterrorismo lanciata da G.W.Bush in seguito all’attacco delle Twin Towers e all’inizio del 2002, oltre 100 studenti islamici stranieri, sospettati di far parte della rete di al Qaeda, vengono espulsi. Dall’estate del 2004 sono ripresi gli scontri nell’area nordoccidentale del paese, tra le truppe governative e i sostenitori del predicatore sciita Hussein al Houthi, in cui perdono la vita diverse centinaia di persone. In settembre al Houthi viene ucciso e nel marzo del 2005 nella provincia di Saa’da riprendono gli scontri tra forze governative e gli ex seguaci di al Houthi, guidati ora dal padre Badr al Din al Houthi. Anche in questo caso le vittime, specie tra i ribelli, sono centinaia.

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