SOQOTRA

An important source of biodiversity, 75% of the island’s land area consists of protected sanctuaries and parks,

Spectacular scenery,

An untouched wonderland.



domenica 1 novembre 2015

Della serie "le disgrazie non vengono mai sole"

Oltre alla guerra in corso in Yemen e lo Stato della penisola arabica e, in particolare, l'isola di Socotra sono stati devastati dal più potente Cyclone  della storia, denominato "Chapala",  abbattutosi a quelle latitudini il primo novembre 2015. Mai, almeno da quanti vivono nell'isola ricordino, un ciclone così devastante aveva colpito l'isola. Centinaia le case distrutte, molti feriti, alcuni abitanti che non hanno potuto raggiungere le grotte e le caverne, hanno perso la vita.

Riportiamo alcune video testimonianze



Chapala colpisce Hadibo, la "capitale" dell'isola



ecco l'immagine satellitare del passaggio del Ciclone Chapala


mercoledì 1 luglio 2015

Viaggiare oggi

racconti di viaggio ci sono sempre stati, da quando esiste l’uomo esiste il fascino dell’ignoto, della scoperta di luoghi mai visti prima. La Storia ci offre molti esempi di viaggiatori i cui resoconti furono spesso di importanza straordinaria per la diffusione della conoscenza, basti pensare al grande esploratore Ibn Battutaed alle sue narrazioni. Oppure a Zhang Qian che trascorse diversi anni della sua vita in avventurose peripezie lungo la Via della Seta, portando per la prima volta in Cina conoscenze di prima mano dell’Asia Centrale. Ed ancora i mercenari portoghesi diventati protagonisti nel Sud-Est asiatico, la cui sola presenza deponeva sovrani. Infine il nome più celebre, Marco Polo, agiato rampollodell’epoca la cui credibilità è a volte messa in dubbio. Ma oggi cosa succede?

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venerdì 12 giugno 2015

Bombardamenti

L'Arabia Saudita bombarda lo Yemen!
quando finirà?

Purtroppo quello che si temeva sta avvenedo: stanno distruggendo uno dei Patrimoni mondiali dell'umanità.

Una vergogna se consideriamo che dietro ci siamo noi occidentali con gli americani in prima lineaa.

Prepariamoci alla distruzione dell'umanità perchè più nessun valore ha rispetto.

Qui un reportage del Corriere della Sera sulle ultime atrocità

http://www.corriere.it/reportages/esteri/2015/yemen/

Hanno distrutto anche questo






lunedì 6 aprile 2015

Yemen e Socotra

Sono passati ormai più di 5 anni dall'ultimo viaggio in questo paese meraviglioso, uno dei più belli e affascinanti al mondo e la situazione di sicurezza nel paese è peggiorata.

A gennaio del 2010, esattamente l'8 gennaio, ero rimasto l'unico turista insieme agli inviati di Rai 2 e Rai 3 all'Hotel di Soraya, https://www.facebook.com/burj.alsalam,  http://www.burjalsalam.com/, nel centro di Sanaa.
La città era stata evacuata ma, posso assicurare, non si correva alcun rischio e gli yemeniti erano tra le persone più cordiali e i più ridevano quando si citava che gli americani bombardavano il sud del  paese per la presenza di Al Qaida (era appena stato arrestato il giovane addestrato nei campi di Al Qaida coinvolto nel tentativo fallito di far saltare il volo Amsterdam a New York swl 30 ottobre 2009).


Oggi è tutto cambiato e la realtà vede una guerra per interposta persona fra stati : l'Arabia Saudita sostenuta agli Americani che bombarda gli Houti - i ribelli del nord - sostenuti dall'Iran.

Tutto il resto del mondo resta, come gli spettatori di un film di cui si conosce la trama per averla già vista in precedenti reality, (tuttora in corso, vedi la Siria), a vedere come verrà ridotto questo paese e il suo popolo (a mio avviso troppo dedito al qat).

OCHA: Yemen escalation conflict

Overview 
In the last 24 hours, air strikes hit Aden, Al Dhale’e, Sana’a, Sa’ada, Al Hudaydah and Hajjah Governorates.

According to local sources, one strike in Sa’ada killed eight civilians in the Al Anad area; impact reports from air strikes in other areas were unclear as of 10.00. Armed clashes also continued in the south. In Aden, fighting intensified and was spreading towards residential areas of Al Ma’ala and Tawahi Districts. Clashes involved bombardment of residential districts; four residential buildings in Ma’ala were reportedly destroyed. Bridges connecting two major roads from Aden to neighbouring areas have also been damaged. In Abyan, clashes were reported in Lawder and Zinjibar Districts. In Al Dhale’e, a party to the conflict has reportedly seized three hospitals and evicted patients; snipers are reportedly firing from the building. According to international humanitarian law, all parties to conflict must refrain from targeting civilian infrastructure. Commandeering civilian infrastructure for military purposes is also prohibited.

Casualties 
According to the lastest estimates from the World Health Organization (WHO), 549 people were killed and 1,707 injured by violence between 19 March and 3 April. This includes at least 217 civilian deaths and 516 civilian injuries, many of which occurred in bombings against two mosques in Sana’a on 20 March. Civilian casualty estimates are frequently underestimates, as many people do not have the means to seek treatment in hospitals, and families may bury their dead before reports can be collected. All parties to conflict are bound by international humanitarian law to do everything in their power to avoid civilian casualties.

Displacement 
Displacement continues to be reported, but no verified overall estimates are available. Increasing numbers of people from Sa’ada and Sana’a are reportedly moving to Amran Governorate; local partners estimate that up to 4,000 IDP families (28,000 people) have arrived in Amran since the crisis began. In the south, more displaced people continue to arrive in Abyan. IDPs in Abyan have now reportedly moved into four more schools and are currently occupying eight schools in total (four in Zinjibar and four in Khanfir). A more detailed breakdown of current displacement estimates will be provided in the next Situation Report.

Priority humanitarian needs
Needs remain concentrated in mass casualty management, protection and WASH; vulnerable IDPs also require food and NFIs. In Aden, ensuring a reliable water supply is an urgent priority. Diesel shortages continue to threaten water networks; supplies of the Local Water and Sanitation Corporation will likely run out in several days. Emergency supplies of 35,000 litres have been provided; the Corporation reportedly requires 400,000 litres per month. The main water pipe serving two main Districts (Ma’ala and Tawahi) has been damaged by shelling. Repair efforts are under way, but partners are concerned at the potential for repeated damage due to its location in a conflict area. In Zinjibar District (Abyan), electricity has been restored, meaning water networks are functioning again. Food prices are reportedly still rising in major cities, including Aden, Sana’a, Taiz and Hudaydah. Access and humanitarian response Access Ongoing conflict and air strikes continue to restrict humanitarian access. Partners are working to import critical supplies – mainly to support hospital services – and deploy emergency medical teams. Authorization for two aid flights was reportedly obtained today. A third flight remains in Djibouti awaiting authorization. Assessments Humanitarian partners are mobilizing to conduct rapid needs assessments in areas where security conditions permit. Rapid assessments are slated to begin around 9 April in Hajjah, Aden, Lahj, Abyan and Al Dhale'e Yemen: Escalating Conflict Flash Update 4 | 6 April 2015 (10.00) emen Escalating Conflict | Flash Update 4 | 2 United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA) Coordination Saves Lives | www.unocha.org Governorates. In Sa’adah, a team is ready to undertake a rapid needs assessment once local authorities clear the mission. Plans are also under way for assessments in Sana’a and Amran. More details will be provided in the next Situation Report, which will also provide an operational update on cluster response. OCHA will issue a Flash Update every day and a full Situation Report every five to seven days.

For more information, contact:
Mr. Erich Ogoso, OCHA Yemen Public Information Officer, ogoso@un.org, +962 7 95203158

lunedì 12 gennaio 2015

Come Al-Qaeda ha addestrato e globalizzato la jihad dallo Yemen

Dove comincia la “Yemen Connection” con Al-Qaeda che ha sconvolto la Francia facendo risorgere il fantasma di Bin Laden? «Ventitré milioni di abitanti e 23 milioni di fucili: questo è lo Yemen», mi disse con preoccupazione il presidente Saleh prima di essere detronizzato nel 2012.

Oggi lo Yemen come Stato non esiste quasi più, non ha un esercito, soltanto milizie tribali, che si combattono tra loro, e Al-Qaeda. Ma non si arrende: a migliaia sono andati in piazza a protestare contro l’ultimo attentato che ha fatto 40 morti nello stesso giorno in cui i fratelli Kouachi colpivano Parigi.
Tra le fantasmagoriche architetture di palazzi medioevali svettanti come grattacieli che sembrano galleggiare su un labirinto di vie e suq millenari, qui un bambino su dieci per la denutrizione non arriva ai cinque anni, il 50% vive con meno di due dollari al giorno e si rumina incessantemente il qat, l’erba euforizzante, per non sentire i morsi della fame.
Questa terra intrisa di fascino e disperazione è la centrale di Al-Qaeda nella Penisola Arabica (Aqap) che ha rivendicato l’attacco contro Charlie Hebdo di cui soltanto 24 ore prima aveva reclamato la responsabilità il portavoce del Califfato a Mosul.
Anche i terroristi della Jihad si fanno concorrenza ed è una rivalità sanguinosa.
«Dite ai media che quest’azione è di Al Qaeda nello Yemen e che ci ha finanziato l’emiro Anwar al Awlaki», avrebbero affermato i fratelli Kouachi: ieri uno dei leader dell’Aqap, Harat Al Nazari, ha messo il marchio di Al-Qaeda sull’attentato, 13 anni e mezzo dopo il fatale 11 settembre 2001 di New York.

L’imam Anwar Al-Awlaki 


La Yemen Connection è un’antologia degli errori che fanno nascere il terrorismo jihadista. Al-Qaeda si è inserita perfettamente nella crisi statuale dello Yemen perché qui vantava da tempo una presenza importante. Lo stesso Saleh negli anni Novanta si era servito di Al-Qaeda per reprimere i ricorrenti tentativi di secessione del Sud e aveva utilizzato elementi del radicalismo islamico sunnita per contrapporli alla rivolta sciita degli Houti nel Nord. Dopo l’11 settembre Saleh si è schierato con gli Usa ma la battaglia contro al-Qaeda fu a lungo ambigua ed esitante. Nel 2006 l’episodio chiave: l’evasione dalle carceri di Sanaa di 23 membri di Al-Qaeda, tra i quali Nasser al Wahayshi, uno dei più stretti collaboratori di Osama bin Laden, che nel gennaio del 2009 annunciò la fondazione di “Al Qaeda nella Penisola arabica”. Con lui si allearono una pattuglia di ex detenuti di Guantanamo.
L’ascesa di Al-Qaeda è stata favorita dalla presenza di diversi imam sunniti simpatizzanti di Bin Laden perché lo Yemen presenta innegabili vantaggi strategici: la vicinanza con l’Arabia Saudita, come dimostrò il tentativo di uccidere il principe saudita Mohammed bin Naif, e quella con la Somalia degli integralisti Shabab.
Ma soprattutto la rete di Bin Laden, prima che iniziasse la guerra dei droni americani, qui ha potuto manovrare liberamente, come in Afghanistan e Pakistan, nei santuari delle tribù. Protetta dai deserti e dalle catene dell’Hadramaut, Al-Qaeda si è sentita così al sicuro da spingersi a proclamare un Emirato, insediando i suoi campi di addestramento dove sarebbe passato Said, il maggiore di fratelli Kouachi. In uno di questi, forse a Shabwa, Said incontra nel 2011 Anwar Al Awlaki, imam di cittadinanza americana, che verrà eliminato proprio quell’anno dall’incursione di un drone Usa. L’obiettivo di Awlaki è portare la jihad in Occidente e colpire gli infedeli: convince il maggiore Malik Hassan a uccidere 13 suoi commilitoni nella base di Fort Knox e crea una sorta di internazionale di terroristi pescando anche tra i jihadisti europei che seguono in Yemen le lezioni degli Imam salafiti.
Questa globalizzazione della Jihad risponde agli ideali originali di Al Qaeda e costituisce una delle differenze ideologiche e operative con il Califfato proclamato tra Siria e Iraq. Le due organizzazioni sono arrivate allo scontro in Siria dove l’attuale capo di Al-Qaeda Ayman al Zawahiri, braccio destro egiziano di Osama, ha rifiutato la proposta di fusione tra l’Isis e la filiale locale di Al-Qaeda, Jabat al-Nusra.
La principale differenza è che mentre il Califfato ha puntato a conquiste territoriali e a formare uno stato islamico strutturato, Al-Qaeda ha perseguito principalmente obiettivi globali, considerando legittima la lotta contro cristiani ed ebrei accusati di cospirare contro i musulmani in tutto il mondo. L’altro concetto ideologico importante di Al-Qaeda è quello di tafkir, l’idea che possa essere accusato di apostasia qualsiasi fedele islamico che non rispetta i dettami della sharia, per giustificare in questo modo anche la guerra contro i leader mediorientali.
Le filiali regionali di Al Qaeda, in Arabia, nel Maghreb, e gli altri gruppi che hanno agito con il suo “franchising”, sono sorti dalla sconfitta in Afghanistan, dalla guerra al terrorismo e si sono rafforzati dopo l’uccisione del capo carismatico Osama nel 2011 ad Abbottabad. Il suo successore Al Zawahiri è stato il manager che ha fatto galleggiare Al-Qaeda ma non è stato capace di rilanciarla: Parigi, in questo senso, vorrebbe rappresentare la rivincita sull’Isis, assai più abile a sfruttare i successi sul campo, nella propaganda e capace di surclassare Al-Qaeda nello sfruttamento dei media, del web e dei social network.
Al-Qaeda non era morta come si poteva frettolosamente pensare ma la competizione con il Califfato fa temere che la minaccia per l’Occidente possa aumentare proprio da questa concorrenza spietata tra emiri e califfi del terrore.


Testo  di Alberto Negri  tratto dal  @sole24ore del 12 gennaio 2015




sabato 10 gennaio 2015

Nel sud est dello Yemen campi di addestramento di Al Qaeda. Con gli Yemeniti non hanno nulla a che fare!


LA COSTOLA DI AL QAEDA NELLO YEMEN HA UNITO LE CELLULE DEL GOLFO A QUELLE AFRICANE - IL CAMPO DI SHABWA, DOVE E’ STATO ANCHE KOUACHI, E’ UNO DEI CAMPI MEGLIO PROTETTI E GESTITI FRA QUELLI CREATI SU MANDATO DI BIN LADEN, PER SOSTITUIRE LE BASI PERDUTE IN AFGHANISTAN - - -

Bin Laden scelse lo Yemen perché Abu Ali al-Hariti e Muhammad Hamdi al-Ahdal vi misero a segno l’attacco alla nave Usa USS Cole nel 2000 dimostrando di voler rivaleggiare con le cellule afghane - La risposta degli Stati Uniti nello Yemen sono i raid con i droni ma i centri di addestramento si sono moltiplicati…

ATTACCHI CON I DRONI IN YEMENATTACCHI CON I DRONI IN YEMEN


Creati da Osama bin Laden per far rinascere Al Qaeda dopo la sconfitta afghana, divenuti la cerniera fra i jihadisti del Golfo e dell’Africa, protetti dalle impervie montagne Mahfad fino al punto da dichiararsi Emirato: sono i campi di addestramento di «Al Qaeda in Yemen» dove Said Kouachi si reca nel 2011 per ricevere l’addestramento ad uccidere messo in mostra nel blitz di Parigi.

IL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNNIL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN
Il francoalgerino Kouachi arriva in particolare a Shabwa, uno dei maggiori campi paramilitari, dove incontra l’imam Anwar Al-Awlaki che nel settembre di quell’anno viene eliminato dai droni americani. Al-Awlaki è il leader jihadista yemenita che viene dal New Mexico, teorizzatore del ricorso ai musulmani occidentali per colpire i Paesi «infedeli».

IL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNNIL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN
E’ lui che nel 2009 spinge il maggiore dell’Us Army Nidal Malik Hasan a sparare sul commilitoni nella base texana di Fort Hood, facendo 13 vittime, e convince il nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab a salire ad Amsterdam sul volo 253 della Northwest Airlines con l’esplosivo nelle mutande nel tentativo di farlo esplodere su Detroit. Al-Awlaki forse ha già qualcosa in mente per Kouachi e se lo accoglie a Shabwa è perché è una zona sicura della sua «Al Qaeda in Yemen».

E’ uno dei campi meglio protetto e gestiti fra quelli creati da Al Qaeda, su mandato di Bin Laden, a partire dal 2006 nel tentativo di avere nuove roccaforti per sostituire quelle perdute in Afghanistan dopo il rovesciamento dei taleban da parte dell’intervento Usa. Bin Laden sceglie lo Yemen perché Abu Ali al-Hariti e Muhammad Hamdi al-Ahdal vi misero a segno l’attacco alla nave Usa USS Cole nel 2000 dimostrando di voler rivaleggiare con le cellule afghane.
IL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNNIL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN

Nel 2006 entrambi sono stati uccisi dai droni Usa ma i loro eredi riescono a scappare dal carcere di Sanaa grazie ad una fuga spettacolare che umilia il governo locale e pone le basi per la nascita di «Al Qaeda in Yemen». Il primo campo sorge a Ja’ar, sulle montagne Abush, sul modello afghano, ha successo e nel 2009 viene creato il più grande Al-Majalah, sempre nel Sud, nel distretto di Mudiyah nella provincia di Abyan dove le tribù locali sostengono i jihadisti.
IL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNNIL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN

E’ ad Al-Majalah che Al-Awlaki mette in atto il piano di addestrare assieme volontari sauditi, yemeniti e somali. E’ la genesi della convergenza operativa fra «Al Qaeda nella Penisola Arabica» e gli shaabab delle milizie islamiche che riescono ad assumere il controllo di Mogadiscio.

IL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN NASIR AL WUHAYSHIIL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN NASIR AL WUHAYSHI
«Al Qaeda in Yemen» diventa l’anello di congiunzione fra le cellule nel Golfo e quelle in Africa, che hanno nel Sahel e nel Maghreb le basi più importanti. Ma l’ambizione di Al-Awlaki resta portare la morte sul territorio del nemico e per coronarla si affida a Hassan Al-Asiri, l’ingegnere dei microesplosivi ad alto potenziale che inventa come inserirli dentro le cavità umane, nelle protesi al silicone, nelle mutande o nei pacchi spediti per FedEx obbligando l’antiterrorismo a ridisegnare la difesa di aerei e passeggeri.

IL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN NASIR AL WUHAYSHIIL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN NASIR AL WUHAYSHI
La risposta degli Stati Uniti sono i raid con i droni - oltre cento a partire dal 2002 - che Obama intensifica, riuscendo a distruggere molti campi ed eliminare quasi tutti i leader - a cominciare da Al-Alwaki - ma l’intesa fra jihadisti e tribù nel Sud Yemen è talmente solida da portare alla moltiplicazione dei centri di addestramento, questa volta sulle montagne Mahfad nel Sud ed anche nella provincia di Hadhramaut, nell’Est, dove nel 2012 viene proclamata la nascita di un «Emirato» qaedista che più offensive governative non riescono a smantellare.
Leader di Al Qaeda YemenLEADER DI AL QAEDA YEMEN

Consentendo agli eredi di Al-Awlaki si ipotizzare il distacco da Sanaa se il governo dovesse accordarsi con gli sciiti Houti, acerrimi nemici.
E’ a questa anima della Jihad che Kouachi pensava quando ad una vittima ha detto: «Sono Al Qaeda in Yemen».






Testo di Maurizio Molinari per “la Stampa”