SOQOTRA

An important source of biodiversity, 75% of the island’s land area consists of protected sanctuaries and parks,

Spectacular scenery,

An untouched wonderland.



mercoledì 24 marzo 2021

Crisi umanitaria Yemen - estratto da Marta Serafini 22 marzo Corsera

 La crisi umanitaria dunque non si ferma, con oltre 18.557 vittime civili segnalate tra marzo 2015 e novembre 2020, 4,3 milioni di sfollati e una forte recessione economica che ha lasciato più di 24,3 milioni di persone (80% del popolazione) bisognosa di assistenza umanitaria. Solo nel 2020 i fronti sono aumentati da 33 a 49, provocando 172mila nuovi sfollati interni in un anno. In totale oggi sono 4milioni gli sfollati interni, di cui il 76% sono donne e bambini. Il conflitto è la causa della povertà e miseria cronica in cui vive il paese da anni, a questo si aggiungono le inevitabili conseguenze di una totale assenza di controllo statale, servizi infrastrutturali inefficaci o inesistenti, carenza di beni primari come acqua, cibo e medicinali. Secondo la comunità internazionale, nel 2021 si prevede che 16,2 milioni di persone nello Yemen dovranno affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta.

«Il sistema sanitario nazionale è al collasso», è l’allerta lanciata da Medici Senza Frontiere. La popolazione non ha accesso a cure mediche di base e servizi essenziali e la situazione è aggravata dalla crisi economica e problemi di sicurezza. «A Taiz (altro fronte dello scontro tra i ribelli Houthi e i gruppi separatisti fedeli al governo di Aden, ndr) i civili sono esposti a colpi di mortaio, mine, tiro di cecchini. E gli ospedali sono bersaglio in piena violazione del diritto internazionale», spiega al telefono Marco Puzzolo, coordinatore di Msf, unica organizzazione umanitaria che ha mantenuto lo staff internazionale sul campo a Taiz. Dall’inizio dei combattimenti nel marzo del 2015, le strutture di Msf sono state colpite 6 volte, ma da allora i team di MSF hanno trattato più di 80 mila pazienti. «Uno dei più grossi problemi è che nella maggior parte degli ospedali le cure non sono gratuite e a causa di svalutazione e disoccupazione quasi nessuno può permettersi le cure», spiega ancora Puzzolo. Il conflitto impedisce alla popolazione di accedere ad acqua potabile e cure tempestive, e malattie curabili e prevenibili diventano cause di morte. Tra queste ci sono epidemie di morbillo, colera o decessi in gravidanza. .

Ma non solo. Anche il Covid mette a rischio la popolazione. In Yemen, il primo caso di COVID-19 è stato accertato il 10 aprile 2020. La situazione è molto diversa tra nord e sud del paese: le autorità nel nord non riportano né confermano casi. A sud, informazioni sui contagiati sono rese pubbliche giornalmente e, sebbene in forma molto limitata, vi è capacità di testare la popolazione. «I dati disponibili parlano di un tasso di letalità attorno al 25%, vale a dire che una persona su quattro che contrae il virus muore. Vi sono stati alcuni tentativi di lockdown e le organizzazioni umanitarie continuano a diffondere messaggi su buone pratiche di igiene e misure di prevenzione, ma in una società fortemente comunitaria dove le persone vivono per strada e sopravvivono alla giornata con lavori saltuari in mercati, strade e luoghi pubblici, risulta difficile applicare qualsiasi tipo di misura contenitiva. Mentre il numero dei casi ha ripreso drammaticamente a salire da fine febbraio 2021, vi è preoccupazione per la capacità di tenuta del sistema sanitario, che sei anni di conflitto hanno portato molto vicino al collasso e che un aumento incontrollato dei contagi rischia di travolgere inesorabilmente», sottolinea Stella Pedrazzini, coordinatrice programmi Nord Yemen di Intersos, una delle organizzazioni internazionali che non ha abbandonato il paese dopo l’inizio del conflitto.

In questo quadro lo scorso 16 marzo, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths, ha avvertito di un «drammatico» deterioramento del conflitto nel Paese, sollevando l’allarme per l’espansione dei combattimenti su piu’ fronti e un peggioramento della crisi umanitaria. Parlando a un briefing mensile del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Griffiths ha dichiarato che «le forze di entrambe le parti hanno subito pesanti perdite in questa battaglia inutile», ha dichiarato Griffiths, condannando i rapporti «scioccanti» di «bambini sempre più coinvolti nello sforzo bellico e privati del loro futuro». Griffiths ha anche lanciato l’allarme per l’aumento degli attacchi transfrontalieri nelle ultime settimane, sottolineando la preoccupazione che gli attacchi missilistici e di droni abbiano preso di mira le infrastrutture civili e commerciali nella vicina Arabia Saudita e intorno alla capitale dello Yemen, Sana’a, controllata dagli Houthi.